PAVIA – Lo sport entra nel carcere di Torre del Gallo. Questa mattina alla presenza del presidente del Coni lombardia Oreste Perri e del delegato provinciale Luciano Cremonesi, è stato consegnato al direttore del carcere Pavese Stefania D’Agostino un tavolo da ping pong per offrire ai detenuti una nuova opportunità di svago e di attività fisica. “l’incontro di oggi rappresenta l’occasione per imbastire un dialogo con il carcere di Pavia dopo aver già avviato dei contatti con i carceri di Vigevano e Voghera – spiega Luciano Cremonesi delegato provinciale del Coni – al fine di capire come possono essere utilizzati gli spazi e poi coinvolgere in un secondo tempo anche le federazioni per avviare delle attività all’interno degli istituti penitenziari per i detenuti e facendo anche della formazione per non lasciare indietro nessuno”.
L’iniziativa, che rientra nel progetto sport in carcere siglato lo scorso anno, ha l’obiettivo di apportare attraverso la pratica sportiva dei benefici fisici e psichici ai detenuti ridando loro speranza e fiducia per il futuro. “il progetto è partito lo scorso anno dal carcere di Opera – spiega il presidente Oreste Perri – con un’attività formativa per 10 detenuti con un periodo di pena abbastanza lungo al fine di conseguire una certificazione di operatore sportivo di base, perché non siano solo volontari che vanno nelle carceri a far fare sport, ma siano gli stessi detenuti formati ad occuparsi dell’attività sportiva all’interno del carcere. Il progetto è stato poi esteso a 18 istituti carcerari, focalizzando l’attenzione su un’analisi del fabbisogno dei singoli istituti. Abbiamo anche fornito consulenza tecnica per la riqualificazione di impiantistica sportiva presente negli istituti penitenziari da parte dei tecnici del Coni Lombardia allo scopo di valorizzare spazi esterni ed interni dedicati all’attività sportiva. Oggi siamo qua per continuare questo cammino che non è fatto di soluzioni, ma di sensibilità e vicinanza verso chi oggi è in difficoltà affinché trovi la speranza ed il coraggio per ricominciare”. Un progetto a tutto tondo che ha coinvolto anche le Facoltà di scienze motorie lombarde: Statale e Cattolica di Milano, Uninsubria di Varese, Statale di Brescia e Statale di Pavia, per tirocini dei laureandi presso gli istituti penitenziari che ne fanno richiesta. “Grande riscontro ha avuto anche il progetto del mental coach portato avanti da Andrea Devincenzi, atleta paraolimpico oltre che mental coach, che presta la sua attività in incontri con ragazzi e ragazze che si trovano in contesti di difficoltà. Abbiamo organizzato gli incontri a Cremona e al Beccaria di Milano – racconta il presidente Perri – e proprio nel carcere minorile dove il desiderio di riuscire a dare un senso alla vita di quei ragazzi è ancora più forte per la giovanissima età, abbiamo in programma il prossimo 15 febbraio un incontro con Dino Meneghin grande campione di basket che incontrerà i ragazzi per portare attraverso il racconto della sua esperienza sportiva una speranza a dei giovani che hanno sbagliato, ma che possono ancora recuperare”. Sempre nell’ambito del progetto sport in Carcere la fondazione Cannavò ha realizzato in collaborazione con la Gazzetta dello Sport e con il patrocinio del Coni Lombardia un sito con il quale gli istituti penitenziari hanno la possibilità di accedere a materiali donati, anche in disuso o con vecchi loghi, da aziende e federazioni purché dimostrino lo stato di necessità e la finalità d’uso, spendendo crediti virtuali.
FEDERICA BOSCO
fonte:newsitalialive.it